9.- Il settimo danno è che quanto meno l'uomo spegne il piacere vano nelle opere morali, tanto più si rende incapace di ricevere consiglio o ammaestramento razionale riguardante le opere che deve fare. L'abito di fiacchezza posseduto da lui nell'operare, congiunto con la proprietà del gusto vano, lo incatena affinché egli non ritenga migliore il consiglio altrui o affinché, pur ritenendolo per tale, non lo voglia seguire, non avendo in sé il coraggio per metterlo in pratica. Costoro si indeboliscono molto nella carità verso Dio e verso il prossimo, poiché l'amor proprio che nutrono per le loro opere fa raffreddare la loro carità. San Giovanni della Croce - Libro 3 - capitolo 29 - Salita del Monte Carmelo
9.- Il settimo danno è che quanto meno l'uomo spegne il piacere vano nelle opere morali, tanto più si rende incapace di ricevere consiglio o ammaestramento razionale riguardante le opere che deve fare. L'abito di fiacchezza posseduto da lui nell'operare, congiunto con la proprietà del gusto vano, lo incatena affinché egli non ritenga migliore il consiglio altrui o affinché, pur ritenendolo per tale, non lo voglia seguire, non avendo in sé il coraggio per metterlo in pratica. Costoro si indeboliscono molto nella carità verso Dio e verso il prossimo, poiché l'amor proprio che nutrono per le loro opere fa raffreddare la loro carità.
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